L'AUTRE PORTRAIT

L'AUTRE PORTRAIT

“L’AUTRE PORTRAIT” è un progetto di ricerca basato essenzialmente sull’immagine, nato nel 2018 in Italia e focalizzato su ambiti considerati “laterali”, che non essendo stati del tutto assorbiti dalla logica corrente conservano ancora forti elementi di livelli culturali precedenti.
La finalità del progetto è creare un Atlante della memoria con materiali d’archivio e testimonianze dirette degli abitanti, di questo territorio e di molti altri.
In questo senso, più recentemente il progetto si è sviluppato verso un orizzonte nazionale e internazionale. Nel 2021, infatti, “L’AUTRE PORTRAIT” trova inedita collocazione e territorio di ricerca in Spagna, precisamente nella municipalità di El Masnou ( Barcelona). Nel 2022 un’altra ricerca è stata condotta in Puglia, nel Comune di Melpignano (Le). L’Atlante della memoria si arricchisce di nuovi capitoli capaci di generare nessi tra comunità e territori lontani, accomunati da una generale identità di contesti “laterali”.La prima ricerca sul campo è avvenuta in Valle d'Aosta nel Comune di Émarèse, dove oltre al materiale fotografico e documentario, proveniente da archivi pubblici (BREL archivio multimediale della Valle d’Aosta, Centre d’études Abbé Trèves comune di Émarèse) e privati, e grazie all'incontro con la popolazione locale, sono emerse narrazioni della tradizione più autentica e antica, un patrimonio immateriale che affonda le radici in tempi remotissimi.
Ad esse si sono affiancate altre tradizioni, credenze e leggende, formatesi in tempi recenti. Riguardo ad esse è interessante analizzare i fattori che le hanno generate e il motivo per cui si sono diffuse in un determinato periodo storico, in quanto dal raffronto con quelle più risalenti nel tempo si possono trarre approfondite riflessioni sulle trasformazioni e le resistenze ad esse nella società contemporanea, nonché sulle prospettive per il prossimo futuro.
Il materiale fotografico di questa serie è tratto da una serie di lastre degli anni ’20 appartenenti all’Associazione Culturale Centre d’études Abbé Trèves, sulle quali sono impressi i ritratti degli antichi abitanti dei villaggi nelle tipiche pose dell’epoca. Esse vengono fatte dialogare con vecchi documenti, come atti di successione, pagelle scolastiche del 1928 in cui è possibile trovare tra le varie materie, “lavori donneschi e lavoro manuale”(L’ÉCOLE ) , spartiti musicali (KIRYE ELEISON), quaderni di ricette erboristiche tramandate di generazione in generazione (SECRET), mappe schematiche della Valle d’Aosta con l’indicazione dei villaggi dotati di scuole, prima dell’ultima soppressione del 1922, (LE JEUNE HOMME) atti di successione notarile (LE PACTE).
L’interazione tra le immagini, i documenti e le storie, il modo in cui s’influenzano reciprocamente, danno vita all'AUTRE PORTRAIT.
Le stampe delle immagini ottenute con il montaggio finale sono state colorate a mano, utilizzando tecniche ispirate ai ritocchi manuali eseguiti nel primo ‘900 sulle fotografie in occidente e alla scuola giapponese di Yokohama), con l’intento di proporre una riflessione sulla iper- produzione d’immagini digitali contemporanee e sulla riproducibilità dell’opera d’arte. Il ritorno alla pittura non vuole essere un nostalgico allontanamento dalla tecnologia, ma un momento di sospensione, dove l’atto stesso del dipingere contribuisce all’analisi dell’immagine sottostante.
L’ingrandimento dell’immagine, inoltre, mette in luce particolari che a occhio nudo risultano irrilevanti, gesti, sguardi, dettagli dell'abbigliamento, offrono chiavi di lettura sorprendenti e inconsuete.
L’operazione di ricerca e trasformazione di Files d’archivio digitali in opere uniche, grazie agli interventi pittorici, risponde inoltre all’esigenza di riflettere su come la tecnologia da un lato ha il potere di archiviare una immensa quantità di dati, dall’altro, rendendoli immateriali li separa irrimediabilmente dal processo manuale da cui hanno avuto origine. Ciò che resta è una memoria parziale, senza più tracce dell’opera dell’uomo.
L'obiettivo è quello di elaborare, con le modalità ora descritte o anche con soluzioni diverse, suggerite di volta in volta dal contesto e dal materiale reperito, un processo che dia visibilità a tutti i momenti, ai passaggi, alle trasformazioni, rendendo esplicita l’opera di rimozione posta in essere dalla società contemporanea.Anche sotto questo profilo l’intento però non è la rammemorazione di un passato abbandonato e perduto, ma l’affermazione della necessità di avere consapevolezza del passaggio del tempo, del fatto che le trasformazioni e le innovazioni si realizzano attraverso il succedersi di fasi, il realizzarsi di interazioni. Ed anche della necessità di non perdere di vista il fatto che siamo in grado di intervenire sulla realtà, di realizzare opere e progetti; che insomma la nostra storia non è una narrazione estranea da ammirare o subire, ma un processo da portare avanti.
Le immagini realizzate per la prima fase del progetto (vincitore del bando “Esponente 2019” di Fondazione CRT) sono esposte, in forma di installazioni permanenti, nei cinque villaggi che appartengono al Comune di Emarese (Valle d’Aosta), un’altra serie e' stata esposta nel Palazzo Marchesale di Melpignano (Puglia) e l’ultima in ordine di tempo nella Casa de la Cultura di El Masnou (Catalunya).

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"No quiero ser una naranja" Painting, on fine-art photographic print.