LE JEU

Gioco di carte, gioco del destino
Daria Jorioz
Il fascino del gioco delle carte percorre tutta la storia dell’arte e basta ricordare alcune
celebri opere di Caravaggio, Georges de La Tour, Cézanne e Balthus per comprendere la
pregnanza di un soggetto di genere dalle straordinarie implicazioni simboliche.
Miriam Colognesi si cimenta con un tema denso, densissimo e lo arricchisce ulteriormente di
riferimenti: parte dal ritratto fotografico storico, lo associa a documenti d’archivio, ne
ridisegna i confini in un gioco di specchi, mobile come la superficie dell’acqua increspata da
un sasso gettato per produrre cerchi concentrici che si allontanano dal centro.
Semplificando potremmo affermare che Miriam Colognesi compie una scelta molto precisa,
quella di indagare attraverso un personale registro espressivo il tema della memoria
individuale e collettiva.
Decide di non occuparsi dei giocatori di carte, ma di ridisegnare le carte stesse, animandole
dei volti e delle presenze di persone che riemergono dal passato e in cui possiamo
riconoscerci. Una sensibilità acuta e non scontata la sua, elegante e molto femminile nelle
scelte formali, autenticamente femminista nei contenuti come sanno esserlo le artiste più
dotate.
L’indagine artistica di Miriam Colognesi è prima di tutto ricerca iconografica, percorso
sottotraccia che fa riemergere storie personali e collettive, il cui significato da episodico
diviene compiutamente universale.
L’autre portrait è una sfida, un elogio dello sguardo, un enigma solo parzialmente risolto, un
seme che deve germogliare.
L’artista ci consegna una narrazione corale scandita dalle immagini di donne, uomini,
bambini sconosciuti che riemergono dagli archivi fotografici storici con limpidezza cristallina.
Le carte da gioco create da Miriam Colognesi, in particolare per noi quelle dedicate alla Valle
d’Aosta, affascinano, incuriosiscono, in alcuni casi commuovono, suggerendoci che il nostro
presente è stato tracciato da coloro che ci hanno preceduto.
La fotografia è uno strumento espressivo potente, che nelle mani di un artista può diventare
fondamento di un racconto nuovo, che ci introduce in territori inesplorati.