FUTURALGIA, un homenage a Jordi Pericot
RIVOLTA
Il lavoro di Miriam Colognesi è una continua rivolta. Questo nello specifico lo è più di altri. In italiano la parola
rivolta può significare ribellione contro l'ordine costituito, orientamento o destinazione, e infine, per arrivare alla
metafora che qui ci interessa di più, la rivolta è anche quella delle maniche ovvero la parte di un indumento
ripiegata verso l’esterno. Ecco che il lavoro di Colognesi, fatto di tessuti, indumenti e citazioni sartoriali sfiora
la metafora di una piegatura verso l’esterno di un tessuto, un orientamento o una direzione che diremmo
ribelle, contro una forma di ordine costituito: una continua rivolta. In questo senso, l'artista evolve il suo più
ampio progetto “KALEIDOSCOPE, the great images swindle” per arrivare qui a mettere in mostra tre tipologie
di oggetti che ci invita a spiare, come dal buco della serratura: modelli e cartamodelli di indumenti a fantasia
caleidoscopica, pezzi unici ma subito pronti per l’industria del “prêt-à-porter”. Dal punto di vista della
tipologia, questi oggetti si collocano nell’ambito della produzione che strizza l’occhio alla “haute couture” e
identificano modelli di indumenti in vera forma, sigillati e vincolati alla fruizione a parete ma che potrebbero in
qualunque momento riprendere il loro naturale processo ed entrare in produzione come capi di abbigliamento.
Dal punto di vista dei contenuti, questi oggetti accolgono le riflessioni e le suggestioni dell’artista già proposte
nel progetto KALEIDOSCOPE e le mette in relazione a frammenti di giornali della prima metà del XX secolo
orientati sul tema della propaganda dedicata al tema del femminile nei quali, ad esempio, l’immagine della
donna deve rispondere allo stereotipo madre/moglie, oppure a frammenti stessi di altri cartamodelli in chiave
storica. Pertanto, i temi grafici che Colognesi propone sono percepiti come un insieme armonico e ordinato,
con forme geometriche simili a mandala. Tuttavia, l'effetto ottenuto è il risultato di manipolazioni e
falsificazioni. Esaminando le geometrie ripetute all'infinito, si rivelano frammenti di immagini pornografiche,
frammenti di corpi, di colori, di realtà cancellate e rimontate ad arte, con l'obiettivo di offrire momenti di
riflessione sull'uso politico del corpo, sulla sovraesposizione dei media e sulla mercificazione dell’esistenza,
sui temi della propaganda e della violenza attorno alle questioni di genere più attuali. Il risultato di questa
procedura sono in questo caso porzioni di tessuto stampato, a loro volta processati e proposti come opere
estrapolate dalle fasi di realizzazione del modello di prodotto: una ricerca dell’ideale come modello ideologico
qui frustrato e trasformato dall’intervento della pratica artistica. In questo senso, lo scopo è duplice: da un lato
denunciare come nella società contemporanea l’arte e il momento creativo siano di fatto annullati, ridotti alla
funzione di riorganizzazione di immagini precostituite finalizzate alla mera produzione di oggetti; dall'altro,
però, è anche un invito a riappropriarsi del senso dell'invenzione (nostra e altrui), rifiutandone l'abuso imposto
a priori e sperimentandone invece liberamente ogni possibile utilizzo, anche di conseguenza nell’intimo del
quotidiano.
Alessio Zemoz